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La vetrina di GICAS (Gennaio 1986)
27/02/2006
La vetrina di Gicas
Come annunciato nel numero scorso, iniziamo questa rubrica che parlerà di boccette, inviando un carissimo saluto a tutti i tesserati d'Italia, nella speranza che il loro interesse tocchi vertici collaborativi tali che mi consentano di avere un simpatico dialogo con chiunque vorrà contribuire alla mia rubrica scrivendomi e sottoponendomi quesiti interessanti ai quali puntualmente risponderò instaurando un appuntamento mensile che, mi auguro, venga seguito da tantissima gente. Dunque scrivetemi e, mi raccomando, se volete, polemizzate pure ma fate in modo che le vostre polemiche non siano fini a se stesse, solo per il gusto di farle, ma servano a «costruire» in modo da permettere a chi di dovere di sfruttarle in senso positivo per apportare, quando possibile, miglioramenti al nostro piccolo mondo delle nove biglie. Questo primo appuntamento comprenderà un caso di regolamento che m'è capitato di analizzare al Campionato Italiano a coppie di 2° che s'è svolto a Forlì nei giorni 13/15 dicembre scorso e che ha visto la vittoria della coppia di Cesena MONTI/URBINI ed alcune considerazioni personali sulle proposte di modifica dal Regolamento di gioco decise dal Consiglio di Sezione nella riunione che s'è tenuta ai margini di questo campionato.
Ritengo che, quando mi leggerete, avrete già avuto modo di commentare queste proposte e chissà che sarabanda di opinioni diverse avrete avuto modo di esprimere, per cui spero vivamente che non me ne vogliate se le mie opinioni non collimeranno con le vostre, l'importante è che vi rendiate conto che sia io, che faccio parte del Consiglio Nazionale, sia i miei colleghi, facciamo sempre del nostro meglio per portare a compimento il mandato che voi stessi o i vostri rappresentanti ci avete affidato a Iesi quasi quattro anni fa.
Cominciamo con l'articolo di regolamento, un caso che può capitarvi anche se, per fortuna, non è molto frequente. Sono di fronte due coppie, una di Milano ed una di Forlì: nomi non ne facciamo perché non servono alla nostra analisi.
Siamo circa ad un terzo della partita, e i milanesi hanno giocato le loro quattro bilie mentre i forlivesi ne hanno ancora una; hanno la possibilità di realizzare 8 punti di colore e chiedono la misurazione dell'unica bilia incerta. L'arbitro si mette a disposizione ma, disgraziatamente ed involontariamente sposta la bilia in questione e, poveretto, entra in crisi profonda. Provate ad immaginare lo stato d'animo del tapino che, sono certo, in quel momento avrebbe ingoiato quella maledetta bilia che sembrava guardarlo con occhi diabolici ghignando e sbeffeggiandolo. Che figura! proprio in un Campionato italiano, di fronte ai giocatori, ai colleghi, al direttore di gara che lo guarda di traverso. perde la lucidità necessaria, forse non ricorda nemmeno più cosa prevede il regolamento e non sa più che pesci pigliare. Cosa gli resta da fare? Solo una cosa: mollare la patata bollente a qualcun altro, cosa che fà, dando un colpo alla propria dignità ma tirando un grosso respiro di sollievo (beh... mò arrangiati tu) e da quel momento, come per incando, la sua momentanea confusione mentale si trasferisce, senza pietà, nella testa del direttore di gara: lo stesso panico, la stessa indecisione. Egli ricorda vagamente qualcosa a proposito della posizione delle bilie che è compito dell'arbitro ripristinare ed obbliga l'arbitro a rimettere a posto la bilia spostata, quindi chiede ai milanesi la loro opinione.
Costoro, probabilmente anche loro senza l'opportuna riflessione e senza prevedere il seguito, accettano la posizione (eravamo certi - diranno poi al sottoscritto - che gli 8 di colore non sarebbero stati concessi): da quel momento le logiche conseguenze, cioè nuova misurazione, 8 di colore, gesti e parole di nervosismo e le solite, inutili polemiche, da parte di tutti.
Quanti errori sono stati commessi! Tecnicamente, cioè da regolamento, i milanesi avevano ragione. Infatti l'ultimo articolo, quello che riguarda la misurazione punti (andatevelo a rileggere, se mai l'avete letto) è chiaro anche se qualcuno lo nega: quel punto non poteva essere aggiudicato, bastava un po' di calma da parte di tutti e si sarebbe arrivati alla giusta decisione.
Ma i giocatori, tutti, a parte qualche eccezione (e ce n'è più di quante non si creda) sono sempre pronti a fare le vittime ed a vedere la malafede anche quando (e sono sicuro che si tratta almeno del 90% dei casi) non c'è; gli arbitri, a loro volta, forse a causa dello scarso rispetto che di essi si ha (e questo è un gravissimo errore), hanno troppa paura di scontentare l'uno o l'altro per cui troppo spesso, secondo costume, cercano il compromesso. Nessuno deve dimenticare che noi tutti possiamo essere al tempo stesso giocatori ed arbitri, lo Statuto stesso della Federazione ce lo impone, per cui basta applicare quanto qualcuno ci ha lasciato scritto: - Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te...
Per brevità di spazio, ed anche per discutere con calma le opinioni che mi auguro vorrete inviarmi, riferendomi a quelle proposte di modifica del Regolamento di gioco che potrete agevolmente conoscere dagli atti federali o dalle voci già in circolazione, mi limiterà soltanto a dirvi che francamente le boccette hanno bisogno di «rinverdirsi» e la polemica la voglio cominciare io, così, tanto per solleticare un po' il vostro interesse e la vostra partecipazione. La voglio cominciare anticipando le sicure obiezioni dei "tradizionalisti". di tutti quelli che sono sempre prontissimi a lanciare i soliti strali critici con l'immediatezza di chi non riflette.
Sento già gli stramazzi e le proteste: quelli arrivano sempre, le approvazioni mai, o quasi, anche se spesso sono più numerose. Va da sé che quelli che vincono adesso non possono far altro che protestare poiché non sanno se domani vinceranno ancora e questo pensiero basta e avanza per farli sbraitare a più non posso. Personalmente ho il massimo rispetto per tutti coloro che sono ai vertici della bravura e che danno lustro al nostro sport ed essi sono certamente il fiore all'occhiello della nostra Federazione, ma noi tutti abbiamo l'obbligo di guardare al futuro e francamente ci pare che sia nostro sacrosanto dovere colmare il solco che ci divide, agli occhi dei non addetti ai lavori, dalle altre specialità del biliardo sportivo. Vogliamo provare ad uscire dal nostro guscio? Noi boccettisti siamo giovani e forti ma dobbiamo trovare in noi stessi la forza di darci una veste migliore, più ìnteressante, più lussuosa. Perché il nostro gioco interessa solo noi che giochiamo? Perché nessuno, oltre noi italiani, gioca a boccette?
Pensiamo d'aver individuato uno dei motivi nella «staticità» del gioco e quindi vorremmo modificarlo: non rivoluzionarlo ma soltanto modificarlo e queste proposte di modifica sono il frutto di un ragionamento, non il capriccio di qualcuno: è fuori di dubbio che la nuova disposizione dei birilli porterà ad un miglioramento tecnico generale a causa delle maggiori difficoltà che i giocatori incontreranno nel gioco del punto, come pure risulta evidente che le realizzazioni di birilli saranno meno «pesanti» ma più frequenti e la somma di queste due componenti sarà un maggior equilibrio globale.
L'acchito del pallino dovrà essere perfezionato molto bene, soprattutto da chi non boccia «di braccio», in compenso però rivedremo qualche volta il «cricco», la cui abolizione, lasciatemelo dire e dopo lapidatemi pure, è stata una vera ingiustizia sportiva.
Per questa volta, amici, credo che possa bastare: di sassi nello stagno ne ho gettati parecchi. Adesso aspetto quelli... che mi tirerete voi. Un carissimo saluto a tutti gli amici di tutta Italia, a quelli che conosco ed a quelli che non ho mai visto. Scrivetemi.
GICAS
Il C.R.I.B. (Centro Raccolta Italiana Biliardo)


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Gicas